Risposte...fatte a mano!



Cristina fa parte delle nuove amicizie nate online, dopo un primo scambio di messaggi abbiamo avuto modo di incontrarci davanti ad una bella tazza di caffè, anzi... bicchiere visto che era piena estate e il caldo era torrido. E' stata una chiacchierata piacevole e istruttiva, durante la quale abbiamo spaziato fra vari argomenti, ferri, gomitoli, cani, lavoro, riflessioni su "come vanno le cose" e, quando insieme alle mie colleghe del CM 198 si è deciso di proporre delle interviste, è stata una delle prime persone a cui ho pensato.
Se volete conoscerla meglio andate a fare un giro su pensierifattiamano.it (il titolo è già tutto un programma!) e godetevi l'intervista, le sue risposte sono come lei: amichevoli e profonde.


      Cristina, presentati ai nostri lettori...
      Ciao a tutti, sono Maria Cristina, ho 43 anni e vivo a Campolongo sul Brenta, un paesino a pochi chilometri da Bassano del Grappa. Lavoro da molti anni nel settore informatico, per essere precisi nel campo del software aziendale, occupandomi di  marketing e comunicazione, però la mia grande passione sono sempre stati i ‘lavori femminili’, il fattoamano e, in particolare, il lavoro a maglia. Ho pensato quindi di raccontare questa mia passione in un blog, pensierifattiamano.it, attraverso il quale ‘racconto’ questo grande amore non solo attraverso i miei lavori ma condividendo  il mio pensiero circa le tante  iniziative legate al mondo della lana e del lavoro a maglia, dei filati, e delle loro applicazioni tradizionali o innovative. 

      Parlando di maglia, come hai imparato, cosa e con che tipo di filato preferisci lavorare?
      Ho imparato a lavorare a maglia quand’ero una bambina, non ricordo esattamente quando e chi mi abbia iniziato perché tutte le donne di casa sapevano lavorare e confezionavano tante cose per noi bimbi; in particolare la nonna paterna, Maria, lavorava a maglia in continuazione, confezionava bellissimi completini anche per le nostre bambole e, in caso di bisogno, aveva sempre un cassetto pieno di meraviglie,  capellini, scarpine, golfini per fare qualche regalino. Ricordo che toccavo questi piccoli capolavori di lana e colori e mi sentivo serena; ed è proprio questa la caratteristica che ha fatto del lavoro a maglia la mia grande passione, innalzandola a passione ‘regina’ tra le tante che inseguo nel mondo del ‘fare’, la capacità di darmi serenità, di svuotarmi la testa dai problemi di tutti i giorni, di riappacificarmi con l’universo. Non ha importanza con che lana sto lavorando, anche se mi  piace moltissimo la lana merino, per la regolarità che dona alla lavorazione, la mista alpaca per il carattere naturale e il mohair per i capi più morbidi; solitamente prediligo progetti complicati, i punti lace e aran, ho sempre almeno 2 lavori iniziati e mi piacciono i modelli inglesi. Ricordo che fin da bambina ho sempre identificato le stagioni attraverso i lavori a maglia, la primavera era teneri golfini in tinte pastello lavorati a lace, l’estate canotte e magliette in fresco cotone bianco o naturale, l’autunno caldi maglioni a trecce nei colori delle foglie del bosco e l’inverno vaporosi maglioncini in mohair e angora, ma anche cappellini, baschetti, manicotti e cappottoni nei gelidi colori del freddo, grigio, bianco, azzurro polvere. 

La borsa a pieghe presentata ad Abilmente
      Come scegli cosa sferruzzare, crei tu o segui un pattern? in caso quali le tue designer preferite? ne segui qualcuna italiana?
       La passione per il lavoro a maglia  mi porta a fare continue ricerche e, se potessi, sferruzzerei di continuo, proverei tutte le tecniche, tutti gli strumenti  e tutti i modelli. Purtroppo non si può fare, quindi scelgo in base all’emozione che mi regala un particolare modello o all’idea folgorante che mi passa per la testa in quell’esatto momento. Spesso mi lascio ispirare dai patterns trovati su qualche rivista, anche questo fa parte della passione;  leggere, sapere, cogliere le storie ed i segreti di chi ha fatto del lavoro a maglia la propria ragione di vita, oltre che la propria attività, scrivendo  libri e creando modelli meravigliosi. Sono cresciuta con i modelli di Rakam e Mani di Fata, ho imparato a leggere i modelli da sola, nessuno nella mia famiglia sapeva leggere uno schema da una rivista e i lavori (meravigliosi) erano tutti dentro la testa di nonne e zie...Da qualche anno mi ispiro ai patterns delle grandi case europee, prima fra tutte Rowan ma anche Phildar e molte altre, sto modificando il mio gusto in fatto di modelli e testando nuove tecniche di lavorazione. Tornando alla tradizione famigliare, ho spesso lavorato  ‘a braccio’ tricottando modelli di mia creazione anche se non ho ancora raggiunto una buona tecnica nella creazione di pattern; creo e lavoro, senza riportare i dettagli, poi finisco il capo e non riesco più a riprodurlo esattamente in quanto non ho avuto l’accortezza di segnare tutti i passaggi! Sto comunque migliorando, sotto questo profilo, soprattutto da quando ho iniziato a scrivere il blog; mi sono accorta dell’importanza che può avere un pattern ben fatto, specialmente per le lettrici che non hanno molta esperienza con il lavoro a maglia!
Per quanto riguarda il panorama italiano, stimo moltissimo le designers che trovo in rete, ce ne sono molte e tutte bravissime ed originali (voi del Collettivo, ad esempio!), cerco di seguire i loro consigli, i loro spostamenti in fiere e corsi, i loro modelli. Tutto arricchisce e rende dinamici in questo meraviglioso mondo.
Sei una delle blogger più presenti nelle varie manifestazioni che ruotano attorno a filati e handmade, pensi che questo tipo di eventi possono essere d'aiuto alle creative?
A Pitti Filati come blogger!
        Ho partecipato alla prima edizione del Kreativ di Bolzano, in qualità di blogger reporter, esperienza bellissima che mi ha permesso di  conoscere e confrontarmi con alcune ‘colleghe’ blogger, poi ho visitato Abilmente che, devo dire, mi ha veramente entusiasmata. A fine gennaio ho avuto l'opportunità di partecipare a PittiFilati, in qualità di blogger, una manifestazione veramente prestigiosa dove ho potuto 'tastare' il mondo dei filati dal punto di vista dei produttori, cogliendone le tendenze e le nuove composizioni. Credo che le fiere legate alla creatività, specialmente se ben organizzate e di ampio respiro, che non si limitino al puro aspetto commerciale, ma siano punto di incontro per le varie realtà del mondo handmade, quindi presentino anche l’aspetto sociale ed artistico di questo mondo, siano veramente un momento di grande crescita per tutte le creative che vi prendono parte. Inoltre non  è da sottovalutare il  ‘fattore visibilità’ che manifestazioni di questo tipo possono dare, sto appunto lavorando in questo senso e cercando di creare sinergie con gli organizzatori di queste manifestazioni in modo tale da sensibilizzarli circa l’importanza di creare aree dedicate all’incontro, all’interno dello spazio/fiera, luoghi fisici dove potersi confrontare, prendere contatti e creare collaborazioni.
        Il web è anche il tuo lavoro "vero", cosa ne pensi del binomio maglia-internet e come vedi l'ambiente italiano?

      La rete ha cambiato radicalmente il nostro modo di comunicare, improvvisamente abbiamo scoperto di avere ‘organi esterni’ che non pensavamo di avere, piazze virtuali dove non avevamo mai passeggiato pronte ad accoglierci, luoghi in cui discutere, condividere, ascoltare. La possibilità di creare una comunicazione più fluida, con meno filtri, meno muri, meno titoli, ci ha permesso di entrare in contatto senza divisioni; non possiamo far altro che partecipare alla conversazione, che esserne coinvolti, tenendo presente che abbiamo dalla nostra solo le ‘armi’ della coerenza, della trasparenza e della reputazione che ci creiamo in rete.
Si tratta di una vera e propria rivoluzione che ha dato al mondo della creatività e dei makers sviluppi  e benefici incredibili. Ha permesso la nascita e lo sviluppo di veri e propri movimenti , l’uscita definitiva dei makers, quindi di chi ‘fa’  e ‘sa fare’, dagli stereotipi di passato, vecchio, sorpassato che lo scorrere del tempo e l’avvento dell’industrializzazione, avevano loro cucito addosso. E la riscossa è stata data proprio dalle nuove tecnologie e dalle forme di comunicazione innovative, ancora una volta parliamo di rivoluzione, e a pieno titolo.
Il panorama italiano è vivacissimo, ogni giorno nascono nuove iniziative, nuovi blog, nuovi spazi, siamo comunque ancora piuttosto in ritardo rispetto al panorama europeo o americano. Purtroppo in Italia ho notato una certa predisposizione alla malafede, nel senso che si tende a ‘farsi guerra per un golfino’ o per rivendicare la ‘maternità’ di un certo tipo di lavorazione; si pubblica poco per paura di essere copiati, atteggiamento che riscontro anche tra le più affermate aziende di produzione filati o case editrici di settore le quali, a differenza dalle corrispondenti estere, che vedono nella pubblicazione di patterns gratuiti un’occasione di visibilità e di business perché incentivano la vendita del filato e di prodotti editoriali specifici, si tengono sulla difensiva e non hanno ancora capito quanto possa essere importante proporsi quali esempi di condivisione e diffusione della cultura del lavoro a maglia per lo sviluppo futuro del settore. E’ un atteggiamento che non condivido assolutamente, se da un lato ritengo giustificata e legittima la tutela delle idee e dei patterns da parte di chi ha lavorato, e creato, e vuole vedere riconosciuto il proprio lavoro, dall’altro sono convinta che, se vogliamo che questo settore si sviluppi, si rafforzi , possa farci crescere, prosperare e, magari, diventare una fonte di guadagno riconosciuta, ambita e seria per il nostro futuro, non solo una moda passeggera,  sia necessaria una maggiore condivisione e collaborazione

      Momento marzullesco: fatti una domanda a cui ti piacerebbe rispondere!
      Cristina, come vedi lo sviluppo della tua attività come knitter  e come blogger?
Non ho ancora le idee chiarissime circa cosa voglio fare ‘da grande’; pensare, concepire e scrivere il mio blog mi ha portato a conoscere molte persone e a vivere bellissime  esperienze nell’ambito di questo fantastico mondo e mi piacerebbe, un po’ alla volta, occuparmene a tempo pieno. Senza perdere la mia storia, ovviamente, mantenendo i tratti che mi caratterizzano, comunicando e organizzando incontri nel settore, proponendomi quale punto di coesione per le svariate realtà ed iniziative legate a lana, filati, maglia, artigianato. Vorrei anche continuare a proporre i miei lavori, a sperimentare nuove applicazioni  della lana e del lavoro a maglia nel campo del design e dell’arte oltre che, innovarne il contesto fortemente artigiano con contaminazioni marketing innovative. Troppo? Troppo poco.
Cristina ha fondato il primo knit cafè di Bassano del Grappa

              Ultima domanda e ultima risposta, il gioco del nostro blog: definisci la maglia in due parole.
      Passione. Serenità.
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